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Corriere di Gela | Mons. Alabiso e la Madrice
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notizia del 23/05/2009 messa in rete alle 12:24:12
Mons. Alabiso e la Madrice

Da diverso tempo continua il restauro esterno e interno della Chiesa Madre di Gela, promosso dall’infaticabile vicario foraneo Grazio Alabiso. Nel look interno, mons. Alabiso sta provvedendo ad una innovazione che di certo stupirà e farà felici i fedeli e cioè la imminente esposizione in un altare – nella navata sinistra – del quadro originale di Maria d’Alemanna. Finora è stato conservato nel caveau della Chiesa ed è stata esposta una copia identica.
Inoltre mons. Alabiso conta di esporre – a lavori ultimati – l’originale SS. Crocifisso, tenuto anche questo gelosamente conservato da tantissimi anni.
Alla fine dei lavori di restauro, la Chiesa Madre apparirà ai fedeli più bella ed accogliente. Mons. Grazio Alabiso è sempre stato un innovatore “rivoluzionario”.
Ricordo che quando ero parroco della nascente Chiesa di Macchitella (del 1966 al 1983) organizzò la prima messa “Beat” della Sicilia all’interno della Chiesa (con la partecipazione di Tony Denbach, Franco Marino, Duchetta e il famoso Miceli). Ottenne vivi consensi e impresse nella mente dei fedeli che la Chiesa è aperta a tutti e non solo al culto della devozione.
Ricordo pure che in quel periodo aprì una scuola dove si sono formati numerosi insignanti di religione.
Don Alabiso riuscì pure ad aprire il “Centro Comunità” per il recupero di alcuni giovani tossicodipendenti (fino al 1988). Di recente, in occasione del suo XXVI° anno di ministero pastorale, mons. Alabiso ha fatto fondere una campana della Chiesa Madre (quella più grande) che si era lesionata nel disastroso terremoto del 1697 e successivamente logorata nel 1791. La voce della campana esprime i sentimenti del popolo di Dio quando esulta e quando piange. Questa campana suonava rintocchi durante il secondo conflitto mondiale per mettere in allarme la cittadinanza gelese di un imminente pericolo di bombardamento da parte degli aerei anglo-americani. Questa grande campana è stata già benedetta dal vescovo Michele Pennisi e sarà issata nello storico campanile quando i lavori di restauro saranno felicemente ultimati. Ad maiora, monsignore Alabiso!


Autore : Gino Alabiso

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