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notizia del 12/12/2011 messa in rete alle 12:21:23
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L’Adas dei miracoli nella 33ª Giornata del Donatore
Celebrata domenica 4 dicembre presso l’aula magna dell’Istituto tecnico commerciale “Luigi Sturzo”, la trentatreesima giornata del donatore organizzata dall’Adas. Una giornata all’insegna della solidarietà ma anche per dire che l’associazione è cresciuta consentendo una migliore qualità di vita a tutti coloro che nel momento del bisogno hanno potuto utilizzare il prezioso liquido rosso. Sono trascorsi dieci anni dacchè ha assunto la presidenza il dottor Felice Damaggio. Da allora le donazioni si sono più che triplicate annoverando anche da un anno a questa parte un centro di raccolta fisso a disposizione dei donatori.
Di fronte agli atti “di generosità” l’Adas il minimo che potesse fare era quello di chiamare a raccolta i suoi associati e consegnare loro attestati di riconoscimento, medaglie e targhe. Premiate con una medaglia di bronzo le 43 persone che hanno fatto 15 donazioni, e con medaglia d’argento ai 33 donatori che ne hanno effettuate venti. Medaglie d’oro invece ai sei donatori che hanno effettuato 50 donazioni. Una sorta di festa in famiglia alla quale sono stati invitati a partecipare numerose autorità. Per l’amministrazione comunale è intervenuto solo l’assessore Ugo Costa.
C’è stata la commemorazione del cav. Angelo Russello recentemente scomparso, che ha voluto affidare in comodato d’uso gratuito la sede attuale togliendo così dal bilancio dell’Adas gli oneri per l’affitto dei locali. A ritirare la targa c’erano i suoi due figli. Per saperne di più e per conoscere gli obiettivi futuri dell’Adas abbiamo incontrato il suo presidente dott. Felice Damaggio al quale abbiamo chiesto di parlarci della cerimonia di celebrazione della trentatreesima giornata del donatore e degli obiettivi futuri.
«Abbiamo voluto commemorare innanzitutto il cavalier Angelo Russello – ci ha detto il dottor Damaggio – per averci concesso fin dal 1983 in comodato d’uso i locali della sede. Un uomo schivo dai rumori della pubblicità. Ricordo che in occasione del venticinquennale ci disse che non sarebbe venuto e che per lui andava bene la presenza di sua figlia Caterina e del genero dottor Enzo Tignino. Ricordo che ci disse queste testuali parole: l’Adas continuerà a rimanere in questi locali fino a quando svolgerà la sua attività di volontariato con limpidezza, con onestà e amore verso gli altri. Il giorno in cui saprò che c’è qualche magagna di qualunque genere, le toglierò la sede».
– Dottor Damaggio, vuole farci il consuntivo di quest’anno che volge al termine?
«Rispetto allo scorso anno abbiamo avuto un incremento di centocinquanta sacche di sangue, un 4,5 % che è una cifra ragguardevole. Chiuderemo l’anno sicuramente a quota 3.700 rispetto ai 3.550 dell’anno scorso. Pensi che nel 2001 raccoglievamo 1.300 sacche. Mi ritengo soddisfatto perché a Gela abbiamo fatto un grande passo in avanti».
– Non esistono più i timori di un tempo di contrarre malattie a causa di sangue infetto?
«Oggi un errore è quasi impossibile».
– Come si spiega la crescita nelle donazioni?
«Credo che un certo incremento ce lo ha dato il centro di raccolta fisso di via degli Appennini. Qui i donatori si sentono a casa propria. Si sentono coccolati e a proprio agio con delle attrezzature all’avanguardia. Abbiamo un defibrillatore dal Lions del Golfo lo scorso anno, che può essere utilizzato nel caso un donatore dovesse sentirsi male».
– Come si pongono le autorità di fronte al problema della donazione del sangue e delle iniziative che portate avanti come associazione?
«C’è del disamore o disattaccamento da parte delle autorità. Abbiamo inviato una lettera al presidente Federico un po’ pesante. Ma l’ho detto anche al microfono durante la cerimonia. Era in uso riconoscere all’Adas da parte dell’Ente provinciale 3 euro a sacca, una cifra irrisoria che però, moltiplicata per 3 mila sacche diventa una cifra ragguardevole che investiamo in pubblicità per incrementare i donatori. Dopo l’insediamento dell’on. Federico alla provincia, quel riconoscimento ci è stato tolto. Tenga conto che hanno dato contributi a pioggia a chicchessia e non si sa con quali motivazioni anche ad associazioni fuori dal nostro territorio. In quella lettera tra le altre cose abbiamo aggiunto che ci meravigliamo che la Provincia presieduta da un gelese disconosca l’azione meritoria che l’Adas svolge nella comunità e nel suo comprensorio, ma siamo certi che la sua sensibilità attribuirà i giusti meriti all’Adas di Gela».
– Può dirci se è soddisfatto o meno dei frutti raccolti dalla sua associazione?
«Certamente in me c’è la soddisfazione di avere portato dal 2001 al 2011 la raccolta di sangue da 1.300 a 3.700 sacche. Però dobbiamo sempre guardare avanti e chiedere ai cittadini, ai nostri donatori di parlare della donazione del sangue con i propri amici, con i parenti, nei luoghi di lavoro per fare crescere sempre più il culto della donazione».
Autore : Nello Lombardo
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