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Corriere di Gela | E dopo lo sport, una città a perdere
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notizia del 28/02/2011 messa in rete alle 12:19:03
E dopo lo sport, una città a perdere

Nel numero scorso ci siamo occupati (Filippo Guzzardi, in questa stessa pagina) del passo indietro che rischia di fare lo sport di un certo livello, in una città – la nostra – che quasi sempre perde qualcosa e mai (o quasi) guadagna. Dopo lo sport, a rischio anche il centro di Radioterapia, ma poi anche qualcos’altro. Per esempio, l’informazione televisiva, dove le due uniche emittenti locali (e questo la dice lunga), potrebbero accusare un ridimensionamento, se non la chiusura. Ma andiamo con ordine.

La vicenda della Radioterapia ci richiama un brutto e quasi analogo (speriamo non nell’epilogo) precedente. Seconda metà degli anni ‘90, con Franco Gallo sindaco – il primo eletto a suffraggio popolare – venne presa la sciagurata decisione di localizzare nell’area accanto agli scavi archeologici la nuova caserma dei vigili del fuoco. Una struttura di fondamentale importanza in un territorio a rischio calamità, anche solo per la presenza di un megaimpianto petrolchimico. Finalmente arrivano progetto e soldi (un bel po’ di miliardi delle vecchie lire). Progetto, finanziamento, appalto, inizio dei lavori. E come spesso accade, i gelesi si fanno male da soli. Scoppiano polemiche, insorgono gli ambientalisti, scendono in campo forze politiche di maggioranza e di opposizione e persino i sedicenti intellettuali.

A lavori iniziati l’assessore regionale ai Beni Culturali (il gelese Salvatore Morinello), revocò il nefasto decreto di localizzazione e tutto tornò in discussione. Bastava trovare un’altra area; invece, nè accanto agli scavi, nè altrove. E non solo. I finanziamenti finirono altrove e la beffa di dover pagare 300 milioni all’impresa come risarcimento danni. Si perse, insomma, su tutti i fronti: caserma, soldi e faccia. I pompieri traslocarono definitivamente in una scuola a nord della città adattata a caserma.

Vicenda Radioterapia. Altra scelta scellerata, avallata da certi sapientoni e da un Consiglio comunale che spesso decide con le fette di salame negli occhi. L’ex ospizio marino, un sito molto pregiato che certo avrebbe meglio potuto ospitare una struttura turistica. Ma era già di proprietà dell’Asl? – qualcuno disse –; e allora? Bastava fare una permuta. E poi, quando si è scelto quel sito, ma davvero nessuno ha pensato che l’area potesse riservare qualche scoperta archeologica, visto che a pochi metri qualche anno prima era venuto alla luce un intero emporio ellenico?

La verità è che a Gela spesso si decide sotto la pressione del rischio di perdere i finanziamenti, quando non peggio con superficialità. Risultato? Lavori bloccati perchè durante i lavori di scavo sono stati trovati interessanti reperti archeologici.

Il Sovrintendente ai beni culturali non ha potuto fare altrimenti. Nessuno fa sapere più niente, mentre montano i sospetti: i finanziamenti saranno dirottati magari a Caltanissetta o San Cataldo. Tanto per cambiare. Come impedirlo? Trovando subito un’altra area compatibile con il progetto. Lo si farà? Ne dubitiamo. Il sindaco deve prendere posizione, e così il Movimento pro Polo oncologico, che tanti meriti ha avuto nella fase di istituzione della Radioterapia.

Televisioni a perdere. Molti lo avranno già notato. Canale10 “delocalizza” a Licata i suoi studi di produzione e di trasmissione. L’editore, tra i primi in Sicilia ad attrezzare la Tv per il digitale terrestre, ha avuto problemi con il personale dipendente – giornalisti, tecnici e amministrativi – fino al licenziamento e alle dimissioni.

Problemi finanziari e non solo. I comuni e gli enti pubblici in generale non vogliono e non possono più spendere come hanno fatto finora. Certi sindaci o presidenti di provincia, generosi e con maggiori disponibilità, non se la sentono di distribuire a pioggia fondi per la propaganda camuffata da comunicazione istituzionale, e chi aveva finora contato su questi sostentamenti, ne ha dovuto fare le spese.

Non sappiamo quali siano i progetti futuri del proprietario di Canale 10. Sappiamo che negli studi di via Ventura, a Gela, sono rimasti il direttore e un tecnico. Da un po’ di giorni i tg vengono trasmessi dalla consociata Licata Nuova Tv, dello stesso gruppo editoriale di Canale 10. Il tg delle 14,30 viene registrato e chiuso con tre ore di anticipo e portato di corsa a Licata, da dove viene irradiato. Insomma, un momento mai così difficile per la storica e più seguita tv locale.

Destino incerto, se non segnato, anche per l’altra rete televisiva locale, Video Golfo. E’ una tv comunitaria, quindi con meno obblighi di legge rispetto a quelle commerciali (come Canale 10). Il buon Sergio Petta continua a barcamenarsi, mantenendo al suo canale la caratteristica di “tv on the road”. Ma all’orizzonte si intravedono nubi nere. Entro l’anno prossimo ci sarà lo swict-off anche in Sicilia. Ovvero lo spegnimento dei canali analogi e il passaggio definitivo al digitale terrestre. Non ci risulta che Video Golfo stia pensando a trasformare le sue attrezzature (e a pagare 1e concessioni). Così, se entro il 31 dicembre del 2010 non avrà ottemperato agli adempimenti di legge, oltre che dotarsi delle attrezzature per il digitale, è destinata a scomparire. E sarà la volta in cui dovremo, a malincuore, considerando il ruolo sociale che svolgono le emittenti locali – registrare un’altra dolorosa perdita. Mentre tutti – politici e imprenditori su tutti – se ne stanno a guardare.


Autore : Rocco Cerro

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