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Corriere di Gela | Turi Vaccaro, simbolo e icona di lotta pacifica per l’ambiente
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notizia del 22/07/2013 messa in rete alle 12:05:49

Turi Vaccaro, simbolo e icona di lotta pacifica per l’ambiente

Arrestato il 10 luglio scorso durante gli scontri con le forze dell’ordine nella contro-manifestazione organizzata dagli attivisti del Comitato no-Muos per contrastare la parata commemorativa del 70° anniversario dello sbarco alleato del 1943, Turi Vaccaro (nella foto sopra) è stato processato per direttissima al Tribunale di Gela venerdì pomeriggio.

Il giudice si è riservato di decidere il 20 settembre. All’udienza hanno partecipato una sessantina di attivisti provenienti dall’hinterland gelese. Vaccaro era stato arrestato per aggressione alle forze dell’ordine e per danneggiamento di mezzi in dotazione degli stessi agenti. L’accusa potrebbe essere però derubricata a semplice danneggiamento. In tal caso Vaccaro potrebbe essere scarcerato nei prossimi giorni, in attesa di sentenza. Il caso ha voluto che l’udienza a carico di Vaccaro si celebrasse nello stesso giorno in cui dall’Istituto Superiore della Sanità arrivava la notizia che certo non ha fatto felici gli attivisti no-Muos: l’impianto satellitare americano di contrada Ulmo a Niscemi non sarebbe dannoso per la salute delle persone. «Un parere teorico – hanno tenuto a precisare da Roma – fornito ad impianto spento. Bisognerà valutarne l’impatto ambientale una volta avviato». Una beffa!

È stata rinviata al 20 settembre prossimo la sentenza del processo per direttissima nei confronti del pacifista Turi Vaccaro, che si è svolto ieri pomeriggio presso il tribunale di Gela. A deciderlo è stato il gip Fabrizio Molinari che, dopo aver sentito Vaccaro e i vari testi, non si sentiva pronto a far discutere le parti. Scalzo e in pantaloncini, il pacifista è arrivato al tribunale verso le ore 15:00, nonostante l’udienza fosse stata prevista per la mattinata.

Intanto il difensore d’ufficio, avv. Carmelo Tuccio, presenterà sabato 20 al giudice istanza di scarcerazione di Vaccaro, mostrandosi fiducioso nei confronti della prossima sentenza, vista l’intenzione pacifica mostrata dall’attivista no muos durante la sua testimonianza. Il pacifista catanese, ex operaio della Fiat, era stato arrestato a Gela il 10 luglio, in occasione della parata militare per celebrare il 70esimo anniversario dello sbarco degli alleati.

L’uomo era stato accusato di resistenza al pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato: aveva preso a calci e pugni una volante della polizia e due agenti, in segno di protesta contro la realizzazione del sistema satellitare di contrada Ulmo a Niscemi.

«Volevo solo frenare il corteo sciovinista e militarista – ha dichiarato Vaccaro durante la sua testimonianza davanti il suo avvocato e al pm Antonio D’Antona – ma eravamo circondati da centinaia di poliziotti e i carri armati erano irraggiungibili, per cui saltare sull’auto della polizia era l’unico modo per far sentire la propria voce ed essere visibili. Erano salti di euforia, e il mio obiettivo era solo quello di fermare i mezzi militari. Ma i poliziotti hanno usato con me la violenza, tirandomi indietro le braccia, vincolate dalle manette, e costringendomi spalle e testa, in maniera da togliermi il respiro, e la mia è stata un’inconsapevole reazione inconscia di difesa nei loro confronti».

Dal giorno del suo arresto, deciso dal gip Fabrizio Molinari, nel carcere di contrada Balate a Gela, Turi Vaccaro, ha sempre rifiutato il cibo, proclamando anche lo sciopero della parola, infatti interagiva con le guardie carceriere a gesti o pizzichi, fino a quando il 17 luglio lo stesso gip gli aveva concesso gli arresti domiciliari, che Vaccaro ha deciso di trascorrere a Partinico in una struttura sequestrata alla mafia. Ieri mattina ad attendere il pacificista catanese, vi erano una sessantina di manifestanti No Muos e ambientalisti provenienti da diverse città siciliane. Molti di loro, in segno di solidarietà e per ottenere la liberazione di Vaccaro, da un paio di giorni hanno iniziato lo sciopero della fame

«L’atto repressivi nei confronti di Vaccaro – ha dichiarato l’attivista no muos e no tav Nicola – è stato un’intimidazione della lotta no muos e contro la militarizzazione del territorio. Siamo sotto uno stato di assedio che non abbiamo deciso noi siciliani. I lavori di realizzazione del sistema satellitare statunitense sono stati avviati prima della firma di autorizzazione da parte della Regione Sicilia. Già le antenne esistenti in contrada Ulmo da anni emettono onde dannose per la salute».

Il pacifista, non è nuovo ad eclatanti proteste, già lo scorso aprile era stato arrestato a Niscemi per essersi arrampicato in cima ad una antenna della Stazione militare americana. Due giorni di reclusione e poi liberato dal Gip di Caltagirone. Vaccaro è considerato un pacifista di altri tempi, va spesso in giro a dorso nudo, a piedi scalzi e non si separa mai dal suo flauto. Diverse testimonianze e video hanno certificato l’assoluta pacificità della sue iniziative che porta avanti da 30 anni, ovunque il militarismo abbia imposto le sue logiche di violenza e di morte. Intanto proprio nello stesso giorno del processo è arrivata la comunicazione da parte dell’Istituto superiore della Sanità, della relazione conclusiva degli effetti del sistema di comunicazione satellitare di Niscemi: il muos non crea problemi alla salute.

In antitesi con la denuncia provenienti dai professori del politecnico di Torino, Massimo Zucchetti e Massimo Coraddu, gli esperti assicurano che sono stati rispettati i limiti previsti dalla legge in materia di protezione della salute e le grandi dimensioni delle antenne non devono destare preoccupazione.

Naturalmente il lavoro condotto resta parziale perché le valutazioni riportate nelle verifiche impongono ulteriori valutazioni che potrebbero essere effettuate solo dopo la messa in opera delle antenne. Tra l’altro l’avvocatura dello Stato ha presentato ricorso del ministero della Difesa, al consiglio di Giustizia amministrativa, dopo che i giudici del Tar di Palermo il 9 luglio scorso hanno respinto le richieste di sospensiva presentate dal ministero contro la Regione che aveva arrestato i lavori del sistema satellitare di Niscemi. L’avvocatura considera grave e irreparabile la mancata osservanza degli accordi internazionali. Intanto per tutta l’estate proseguiranno le proteste no muos, con il campo previsto da 5 all’11 agosto e la mobilitazione del 25 luglio, giorno in cui ci sarà l’udienza per l’appello presentato dal ministero della Difesa, contro la decisione del Tar di Palermo. La questione è tutt’altro che risolta.


Autore : Filippa Antinoro

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