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Corriere di Gela | Fuori dalla depressione
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notizia del 12/04/2012 messa in rete alle 11:47:22

Fuori dalla depressione

La portarono al P.S. da un paese lontano i parenti, priva di coscienza e flaccida, sul comodino diversi flaconi di psicofarmaci vuoti, lei era rimasta a terra, sul tappetino accanto al letto per tutta la notte. Viveva da sola ormai , dopo la morte della madre e dopo che le sorelle si erano tutte sposate, ma continuava a mantenere stretti contatti con le sorelle ed i cognati. Donna di fede integerrima, educata alla maniera tradizionale, di sani principi etici, dedita al lavoro ed incapace di fare del male ad una mosca, R. quella sera era da sola , non riuscì più a vedere un futuro sopportabile, schiacciata dal dolore e da mille sensi di colpa volle morire o almeno ci tentò...buttò giù tutti gli psicofarmaci che aveva a casa, e pian piano si addormentò.

Voleva farsi suora la sig.rina R.. ma non una suora qualsiasi, no, R. voleva farsi suora di clausura. Voleva vivere per il Signore , solo per nostro Signore Gesù Cristo, di preghiere ed in povertà voleva vivere, rinunciando volentieri alle comodità ed ai piacere mondani. Non sopportò l’umiliazione della madre superiora, le offese, le urla contro di lei, tutto le sembrò incomprensibile, assurdo, fuori da ogni logica, vittima di una ingiustizia, e scoppiò, la sua mente scoppiò, in preda ad una psicosi acuta dissociativa,e dopo alcuni mesi lasciò per sempre il monastero per vivere una vita da laica. Ci volle un bel po di tempo prima di accettare che gli uomini sono una cosa e Dio un'altra cosa, prima di tirarsi fuori dalla grave depressione che si era abbattuta su di lei. Organizzata, non voleva pesare su nessuno, di poche parole, educata, non rispondeva mai, non sapeva quanto duro e prepotente fosse il mondo, o proprio per questo se ne stava alla larga. Cosi non capì nemmeno perché la sua collega parlasse tanto male di lei per una fotocopia che non si trovava, non riuscì a rispondere ,a difendersi, non capì gli sguardi curiosi, le risatine ambigue, il mondo mutò all’improvviso ai suoi occhi, e vide i nemici, capì, e fu presa da una terribile paura, si senti colpevole ed indegna, incapace di reagire , e tentò nuovamente, come quella volta al monastero, di farla finita, non c’era posto per lei in questo mondo.

Due delusioni enormi, e due tentativi di suicidio. Si riprese, ed entrò in psicoterapia,per circa un anno venne alle sedute,ogni settimana, acquistando sicurezza e leggerezza, seduta per seduta. Smise di prendere gli antidepressivi, cambiò abbigliamento , osando qualcosa di più femminile, rise, finalmente, e la vita cessò di essere un calvario, per essere finalmente , vissuta, e camminò lieve nel mondo, con l’animo leggero, ricordò gli anni della adolescenza triste,della perdita della madre adorata, che di lassù continuava ad amarla e proteggerla , sicura di vivere secondo i sani principi della famiglia, pianse e si sfogò , e man mano divenne finalmente più decisa, più aggressiva, più sicura. R. era guarita.


Autore : Francesco Lauria - medico chirurgo,specialista in Psichiatria

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