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notizia del 11/02/2008 messa in rete alle 11:46:23
Gli Adracne e le sonorità distorte degli anni ‘90
E’ appena uscito per la Yellow shoes records il quinto volume del più folle, futurista progetto musicale degli ultimi anni: clonare all'infinito la canzone "Vegetable Man" del compianto Syd Barrett, per renderla "la canzone delle canzoni”.
Il progetto è vivo da otto anni, molti sono stati i musicisti ad avvicendarsi nelle sonorità alternative della band gelese, ma le due ancore del gruppo sono rimaste ormeggiate nel saldo molo del rock-alternativo, Giodi Salemi (chitarre) e Cristian Giordano (voce e chitarre).
Gli Adracne nascono nel maggio dell' ormai lontano 1999, partecipano a numerose manifestazioni, si fanno notare nell'evento Etno music festival, tenutosi qualche anno fa nella nostra città, suonando come gruppo apri palco al concerto degli allora “Al Mukawama”, oggi 'U zulù” , già “99 Posse” . Nel 2003 vengono selezionati tra decine di gruppi dando così vita alla compilation per band emergenti “Un volto fra ler pagine live” ( www.unvoltofralepagine.it), partecipando con il brano "The esence". Decidono successivamente di rendere il loro suono più acido, più voluttuoso, accentuando più che mai le sonorità noise, portando il loro sound agli estremi, influenzati dai gruppi che hanno segnato il grunge negli anni '90, le band del rivoluzionario “movimento di Seattle”.
– Giodi, perchè la scelta per le sonorità degli anni ‘90?
«E' quello che ci viene meglio e lo facciamo. Sia io che Mirko siamo cresciuti con quella musica. In questo momento il quartetto è in sala di registrazione e sta lavorando all’album d'esordio, che, in via del tutto provvisoria, prenderà il nome di"Frame of memories" prodotto in collaborazione con la Label Theremin Studio di Caltanissetta. I testi sono scritti da Cristian Giordano, mentre gli arrangiamenti vengono “partoriti” nell'unità dagli Adra-cne (Cristian Giordano voci e chitarre, Giodi Salemi chitarre, Peppe Carrara batteria e Mirko Pignato basso)».
Interessante è la versione di "Vegetable man" di Syd Barret che è stata selezionata tra centinaia di band dell'intero globo, "Vegetable man project" Vol. 5 ed inclusa nell'omonima compilation, già in commercio. Nella recensione di Roberto Ciufoli si legge: “Il vegetable man project è planetario, se non cosmico, vi partecipano band da tutto il mondo, ognuno col suo stile, ognuno intento a dare un'impronta personale alla canzone, dall'elettronica più spinta, a cantate sotto la doccia, a detriti sonori del Musichiere, eppoi al grunge, al progressive, al punk, alla musica dei vecchi atari videogame, addirittura una piece di musica classica senza cantante: ognuno può ritrovarvi un pezzo vegetativo d'anima di plastica di se stesso. 20 sono i partecipanti, 20 interpretazioni, una sola lunga, folle canzone... La stella di Syd s'è spenta per sempre, ma un bip bip pulsante continua e continuerà a viaggiare nell'etere”.
– Cosa offre Gela sotto il profilo musicale?
«Uno dei motivi perché si suona è per raccontarsi. L'apatia che incontri qui a Gela, ti porta a chiuderti in sala prove a raccontare tutto ciò che trovi in giro facendo parlare gli strumenti. Nascono tutti in provincia i gruppi. In ogni città dove c'è un ragazzo che ha una chitarra e qualcosa da dire allora lì nasce un gruppo».
– La città come si pone nei confronti dell'arte musicale?
«Per farti ascoltare ci vogliono orecchie che sappiano ascoltarti, mi riferisco alla cultura musicale che a Gela scarseggia. C’è molta rivalità tra i gruppi e questo porta le band ad isolarsi».
Autore : Giuseppe Caci
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