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Corriere di Gela | La morte del cappuccino Padre Giacomo
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notizia del 10/01/2006 messa in rete alle 11:46:13

La morte del cappuccino Padre Giacomo

Il 27 dicembre è venuto a mancare padre Giacomo Calì (foto). il cappuccino, nato a Gela il 2 dicembre 1923, aveva appena compito 82 anni. La sua vestizione religiosa risale al 29 settembre 1942 e la professione perpetua nel 1946. Fu ordinato sacerdote il 10 dicembre 1950, e da allora ricoprì diversi incarichi. Fra l'altro, fu guardiano a Vizzini e parroco a Gela nella parrocchia Maria SS. delle Grazie. Per tantissimi anni ricoprì l'incarico di assistente spirituale dell'Ordine Francescano Secolare. Egli fu inoltre uno dei padri fondatori della Casa Francescana "S. Antonio di Padova" di Manfria, di cui fu a lungo cappellano e anche direttore spirituale del Gruppo di Preghiera di P. Pio sino alla morte.
Padre Giacomo, per l'umiltà, lo spirito di carità e la grande carica di umanità che lo contraddistinsero, incarnò nel modo migliore la figura di "frate del popolo", come nella migliore tradizione cappuccina. E per il generoso servizio che prestò sempre alla Chiesa, all'Ordine e agli uomini, è stato amato dalla gente e dai fedeli, che lo hanno sempre considerato uno di loro, un sacerdote al quale rivolgersi nei momenti di difficoltà e di sofferenza fisica o spirituale. E della sofferenza, padre Giacomo fu maestro. Già avanti con gli anni, fu colpito da due ictus, dai quali però si riprese prodigiosamente, addebitando quelle miracolose guarigioni alla Madonna. Dotato di grande senso dell'humor e sempre pronto alla battuta, egli ripeteva scherzosamente di essere caduto e di essersi rotto il femore lo stesso giorno in cui Giovanni Paolo II aveva avuto lo stesso incidente in Vaticano. E il destino ha voluto che egli tornasse alla casa del Padre nello stesso anno in cui è venuto a mancare anche papa Wojtyla.
Il bagno di folla che ha presenziato alle esequie del religioso cappuccino ha dato conferma dell'affetto che ha sempre circondato questo degno figlio di san Francesco. Ma oggi sono decine, centinaia, forse migliaia, le famiglie che conservano in casa un ricordo di padre Giacomo. Egli infatti, per tutta la vita si dilettò nel creare e dipingere crocifissi, madonnine e bambinelli, che poi regalava con la sua consueta generosità. E oggi questi oggetti sacri sono presenti e visibili non solo nelle abitazioni private, ma anche negli uffici pubblici, negli ambulatori, negli studi notarili e persino nei comandi della polizia. Così, si può ben dire che davvero padre Giacomo, ha voluto lasciare a tutti un ricordo personale: una statuina in dono quale piccolo, forse ingenuo, ma comunque efficace segno di evangelizzazione.


Autore : Gianni Virgadaula

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