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notizia del 09/09/2007 messa in rete alle 11:38:34
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Esempio di onestà e civiltà da un marocchino musulmano
“Non bisogna fare di ogni erba un fascio”. É proprio il caso di dirlo, visto che a trovare un portafogli contenente 1.730 euro e 5 carte di credito, a restituendolo alla Polizia è stato uno di quei marocchini “vù cumprà” spesso emarginati e oggetto di cattivi pregiudizi. Ghanimi Larbi (nella foto a destra con il figlio)è il nome di questo cinquantanovenne di religione musulmana che per assoluta fedeltà agli insegnamenti del Corano, contrario al furto, per la seconda volta nel giro di un mese ha reso ai legittimi proprietari il portafogli pieno zeppo di soldi trovato per caso sulla strada. A fine luglio, infatti, l’uomo si era reso protagonista di un analogo gesto di onestà restituendo alla Polizia ben 2.170 euro, una somma che egli, col suo lavoro di ambulante, probabilmente non riesce a racimolare neanche nell’arco di un anno.
La bancarella allestita nei pressi della villa Garibaldi, che il signor Ghanimi gestisce a Gela da diversi anni insieme col figlio Mohamed, gli permette di guadagnare non più di 20 euro al giorno, pertanto il contenuto dei portafogli raccolti da terra per caso gli avrebbe davvero fatto comodo.
Ciononostante, il marocchino dal cuore d’oro non ha ceduto alla tentazione e la sua onestà è stata premiata con la donazione di 130 euro da parte del proprietario dei portafogli, un imprenditore originario di Comiso rimasto sorpreso e ammirato dinanzi a tanta rettitudine che sicuramente mai nessuno si sarebbe aspettato da un immigrato islamico.
A dispetto, infatti, dei pregiudizi e della buona dose di razzismo che attanagliano ancora la schiera di immigrati e clandestini alla ricerca di libertà dalle nostre parti, la “predica” questa volta è giunta dal pulpito meno sospetto.
Larbi Ghanimi ha infatti dato un singolare esempio di civiltà di cui oggi giorno, aldilà della nazionalità e del credo religioso, non tutti sarebbero capaci. Una civiltà che dovrebbe essere universale poiché depositaria di valori che vanno oltre le frontiere geografiche, politiche e religiose. Grazie al comportamento esemplare di Ghanimi, scopriamo allora che la legge di Allah non contempla solo guerre sante e kamikaze ma anche il rispetto della proprietà altrui e la condanna del furto.
La vicenda di quest’uomo generoso dimostra quindi come nel cuore di ogni straniero, a cui spesso noi guardiamo con sospetto e occhi stizzosi, ci siano una storia, un credo religioso, degli ideali, dei modelli da seguire. Non tutti gli extracomunitari sono quindi da associare al concetto di delinquenza o di malavita, molti piuttosto sono in cerca di una società civile in cui trapiantare le proprie radici e tradizioni. Chissà quanti Larbi Ghanimi ci sono a Gela e nel mondo…la domanda è: noi siamo davvero in grado di offrire una società giusta e solidale a cui questi poveri uomini anelano?
Autore : Anastasia Virgadaula
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