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notizia del 09/07/2012 messa in rete alle 11:36:43
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Fondali marini da tutelare
C’è anche il sindaco Fasulo tra gli amministratori siciliani firmatari dell’appello lanciato da Greenpeace al ministero dell’Ambiente per fermare le perforazioni in mare e chiedere un’efficace protezione delle acque e dei fondali marini nel canale di Sicilia. Nella nota inviata al ministro Corrado Clini, Greenpeace, Legambiente e Wwf invitano a non cedere al pressing del mondo industriale che vorrebbe depennare il limite delle dodici miglia, ritenendolo contrario agli interessi dell’industria nazionale degli idrocarburi. Secondo le associazioni per la salvaguardia dell’ambiente, occorre agire in maniera rapida per bloccare immediatamente le perforazioni off-shore, definire siti di interesse comunitario per la tutela dei fondali marini, istituire nel Canale di Sicilia una zona di protezione ecologica e puntare allo sviluppo di misure di prevenzione, monitoraggio, controllo e repressione dell’inquinamento, in particolare di quello derivante dal trasporto di idrocarburi.
«Cedere alle pressioni dei petrolieri – scrivono nell’appello gli ambientalisti – sarebbe come considerare carta straccia quel principio di precauzione che venne sancito nel 1992 a Rio de Janeiro, per prevenire danni e porre un limite alla rapina delle risorse ambientali».
Con il decreto legislativo 128/2010, l’ex ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, sulla scia dei timori innescati dal disastro della Deepwater Horizon nel Golfo del Messico, aveva innalzato da 5 a 12 miglia il limite minimo per le prospezioni petrolifere.
La normativa in vigore viene ora messa in discussione dalle richieste avanzate da Confindustria e dall’Unione petrolifera che chiedono di ripristinare il vecchio limite per le attività di trivellazione.
In merito alla vicenda, abbiamo intervistato il primo cittadino Angelo Fasulo.
– Sindaco, lei è tra gli amministratori siciliani firmatari dell’appello al Ministro dell’Ambiente lanciato da Greenpeace per la protezione del nostro mare dalle perforazioni richieste dai petrolieri. Se non venisse accettato questo appello, quali sarebbero le conseguenze su settori economici importanti per Gela come il turismo e la pesca?
«Non credo che ci sarebbero delle ricadute immediate sul nostro territorio. L’appello parla di un’attenzione particolare all’ambiente, al nostro mare. Tutti i sindaci non possono che condividere questa attenzione e questo impegno. Il Mediterraneo è un posto estremamente importante per i commerci, ma è anche un ecosistema che viene messo a rischio dalle navigazioni e dalle perforazioni. Credo che l’attenzione debba essere massima. Mi rendo conto che la nostra è una zona interessata già da diverse industrie e le ricerche petrolifere devono essere fatte se necessario e solo con attenzione massima e con progetti precisi di tutela e riqualificazione ambientale. Non è una lotta contro l’industria, è una lotta a tutela dell’ambiente e dell’ecosistema».
– Dopo quest’ azione forte, quale sarà il passo successivo?
«Sono sicuro che su questi temi debba vincere il dialogo. Noi vogliamo far crescere l’attenzione e la sensibilità e lo stiamo facendo aderendo al patto dei sindaci e alle iniziative di tutela ambientale. La salvaguardia dell’ambiente deve essere un obiettivo condiviso da tutti. Questa amministrazione ha aderito all’appello lanciato da Greenpeace con spirito diretto a tutelare l’ambiente, ma non a contrastare l’industria. Fare questo sarebbe in controtendenza e anacronistico».
– Viviamo in una città ad alto rischio ambientale che paga lo scotto di un’industrializzazione che doveva cambiare le sorti di Gela. Pensa sia giusto che interessi economici e politici debbano essere prioritari rispetto alla tutela del cittadino e alla salvaguardia dell’ambiente circostante?
«Ritengo che industria e ambiente siano compatibili. Non si può vivere in una città dove non vi sia nessuna industria. Con il rispetto delle leggi e con la giusta attenzione, questa convivenza può essere possibile. Occorrono serietà, approccio scientifico e maturità. E’ necessario favorire l’industrializzazione tenendo, però, sempre presente la salvaguardia dell’ambiente e della salute dei cittadini. La visione di industria e ambiente come due settori antitetici non appartiene a una società moderna».
– A dispetto di questa sua dichiarata difesa dell’ambiente, non sono pochi quelli che la accusano di mantenere un atteggiamento troppo morbido nei confronti dell’Eni, a sua volta additato come responsabile unico del dissesto ecologico, causa di gravi malattie neoplastiche e malformazioni neonatali. Come risponde a queste critiche?
«Questa è la politica di basso livello che ha portato Gela in queste condizioni. La storia della politica gelese è contraddistinta dagli urlatori che poi si sono venduti o hanno svenduto il territorio. Io credo di avere assunto in questa, come in altre situazioni estremamente difficili, una posizione corretta, mai contro qualcuno ma a tutela della nostra città e del nostro territorio. Questa amministrazione è stata la prima a costituirsi parte civile, a cercare di mettere nero su bianco ogni rapporto con lo stabilimento e a discutere in prefettura di protocolli e non di accordi fatti sottobanco. Stiamo promuovendo investimenti seri che mirano al miglioramento ambientale. Non ha senso accusare e criticare senza poi avere la capacità di promuovere qualcosa di concreto. Per la prima volta in questa città si stanno facendo investimenti seri. Questo è indice che qualcosa sta cambiando e che si è giunti al superamento di una politica vecchia che ha portato all’inquinamento del nostro territorio e alla mortificazione dei nostri lavoratori. Oggi dobbiamo affrontare problemi che riguardano l’occupazione e il mantenimento dei posti di lavoro ma bisogna sempre coniugare ciò con un’attenta politica ambientale. Questo significa dignità e rispetto per la vita».
– Sin dal primo momento della sua elezione, lei è stato ritenuto l’ uomo nuovo che avrebbe cambiato il volto di Gela, nonostante le tante difficoltà. A distanza di due anni, può farci un resoconto di quanto portato avanti dalla sua amministrazione in materia di salvaguardia ambientale e dei cittadini?
«In questi due anni l’amministrazione comunale ha lavorato tantissimo per il riscatto ambientale della nostra città. A Gela fino a qualche anno fa era impossibile parlare di raccolta differenziata. Noi oggi la stiamo facendo con impegno perché crediamo nell’importanza di un corretto smaltimento dei rifiuti e in un efficace riutilizzo dei materiali riciclati. Periodicamente questa amministrazione fa dei controlli su tutto il territorio, verificando le condizioni dell’acqua e dell’aria. I dati e le riunioni vengono resi pubblici. Abbiamo richiesto e ottenuto il finanziamento di centraline per il controllo ambientale. Un’altra importante battaglia è stata quella contro l’amianto. Abbiamo anche intensificato la bonifica delle nostre aree, la pulizia della città e delle spiagge e abbiamo pensato, insieme alla provincia, di creare in prefettura un organismo di controllo. Inoltre, questo comune ha avviato un importante progetto di risanamento ambientale che riguarda biomasse e piantumazioni della Sicilia e di tutta l’Italia meridionale. Stiamo intervenendo sul depuratore di Macchitella, puntando all’utilizzo dell’acqua per il terziario e abbiamo interrato in città già cinquemila piante. Questi sono solo alcuni dei tanti interventi promossi da questa amministrazione. Credo che tutela per l’ambiente non significhi un singolo e sporadico intervento, ma un’attenzione continua e costante in tutti i passaggi».
– Ogni giorno si parla di crisi, una crisi che pesa su tutto il Paese. Secondo lei, nella nostra città una politica oculata, che tenga conto di tutte le risorse, comprese quelle ambientali, potrebbe ridurre il dissesto finanziario e, se sì, in che modo?
«La nostra città non vive una situazione economica diversa da quella di molte altre città. La crisi riguarda i mercati economici, riguarda il nostro pil quanto il nostro spread. Noi la viviamo come la vive tutto il mondo. E’ importante adeguarsi e capire che l’economia gira più velocemente di quelle che sono le nostre abitudini. La prima risposta che devono dare le amministrazioni è efficienza e risparmio. Questa amministrazione ha ridotto i suoi debiti e ci stiamo impegnando per dare esempi concreti nella gestione delle risorse interne. Non abbiamo uno staff di consulenti ed esperti. Non ho la macchina blu. Stiamo promuovendo tante iniziative. Per la prima volta, grazie anche all’adozione di modelli virtuosi e di buone pratiche, il comune di Gela viene portato quasi come esempio. I risultati arrivano con il tempo. E’ tanto il lavoro da fare, si tratta di un grande impegno, ma noi su questo ci scommettiamo».
Autore : Alice Palumbo
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