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notizia del 09/11/2008 messa in rete alle 11:35:21
La tutela dei beni archeologici tra tagli e condoni
Il Museo Archeologico Regionale di Gela, attraverso l'organizzazione del recente convegno intitolato “L'arte ritrovata-tutela del patrimonio culturale e recupero delle opere d'arte”, ha accettato un arduo compito: descrivere minuziosamente il complesso di pratiche dirette al ritrovamento e alla rivalutazione di importanti reperti del nostro passato, recente, ma anche assai remoto. Indubbiamente l'iniziativa è stata molto significativa, ed oserei dire, anche coraggiosa.
La rilevanza di una siffatto evento deriva, inoltre, dal coinvolgimento, svelato proprio nel corso dei lavori svoltisi, di un eterogeneo gruppo di soggetti, principalmente istituzionali (i reparti specializzati della Guardia di Finanza, dei Carabinieri e della Polizia), ma anche riconducibili alla società civile. Essere informati del numero elevato (almeno 5.000) di reperti annualmente inghiottiti dal vortice del mercato nero lascia certamente attoniti, pensando anche ai notevoli affari realizzati, in tal modo, dalle organizzazioni malavitose, in primis le diverse mafie, già protagoniste dei fiorenti business della pirateria e della contraffazione, con un fatturato di 7,4 miliardi, da aggiungere a quello del contrabbando, pari a 2 miliardi.
Le preziose notizie e le pregevoli proposte emerse dal convegno devono, però, collocarsi nella dimensione dell'attuale realtà politica e finanziaria, anche se il collegamento potrebbe apparire quasi paradossale (arte e finanza si posizionano su tracciati completamente divergenti).
La cronaca dell'azione governativa delle ultime settimane è rivelatrice di una certa attitudine, economicista e poco trasparente, sul versante della protezione e valorizzazione del patrimonio archeologico nazionale.
Il primo e più preoccupante segnale lanciato dall'attuale maggioranza parlamentare si è manifestato con la presentazione, voluta dall'onorevole Gabriella Carlucci, di un doppio emendamento alla finanziaria 2009, finalizzato alla “Riemersione di beni culturali in possesso di privati”.
La dicitura potrebbe facilmente sviare i più, inducendoli all'individuazione di una volontà positiva, favorevole al patrimonio artistico-culturale nazionale; ma così non è, in quanto l'intervento si incentra sulla possibilità “per i privati possessori o detentori a qualsiasi titolo di beni mobili di interesse archeologico antecedenti al 476 d.C., non denunciati né consegnati a norma delle disposizioni del Codice dei Beni Culturali, di acquisirne la proprietà mediante comunicazione alla Sopraintendenza competente per territorio”, ed inoltre di “sottoporli ad attività contrattuale a titolo gratuito o oneroso”, senza la necessità di presentare la documentazione comprovante la loro provenienza, essendo sufficiente per l'interessato “attestarne il possesso o la detenzione in buona fede”.
Le conseguenze di un'eventuale approvazione dell'emendamento sopra descritto sono assolutamente palesi: la piena sanatoria di migliaia di reati, con la garanzia per i loro autori della vendita in Italia o all'estero.
Il secondo sintomo dell'intolleranza governativa verso ciò che costituisce cultura traspare ugualmente dal testo della legge Finanziaria 2009, ove vengono fissate riduzioni a taluni capitoli di spesa: fra i più colpiti vi è quello relativo ai beni architettonici, artistici e etnoantropologici, ridotto di 31 milioni, nonché quello riguardante i beni archeologici, che nel 2009 subirà un taglio netto di 30 milioni.
Gli sforzi e la buona volontà rappresentano in ogni caso fattori da apprezzare, ma non possono rimanere isolati all'interno di un contesto veramente poco propenso all'ascolto e al sostegno fattivo.
La cultura, nelle sue svariate manifestazioni, costituisce uno degli apporti vitali per ogni comunità strutturata su complesse relazioni sociali; è solo pura ipocrisia l'invocazione dello sviluppo e della diffusione sempre maggiori dei valori culturali, quando in realtà questi vengono considerati alla stregua di capitoli contabili da ridurre o rafforzare, in base alle esigenze del momento.
Autore : Rosario Cauchi
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