|
notizia del 28/08/2006 messa in rete alle 11:18:46
Legalità non è solo uno slogan
Come avevamo fatto nello numero di qualche settimana fa con Giovanni Ferro della Cgil discutendo dei problemi riguardanti lo sviluppo della nostra città, in quest’ultimo numero del Corriere che va in vacanza, abbiamo pensato di incontrare Silvio Ruggeri (nella foto), responsabile provinciale della Uilcem. E’ stato promosso da poco a questa carica. Ruggeri più volte ci ha parlato della fabbrica dove opera manifestando non poche volte il suo giudizio critico verso il Petrolchimico ma manifestando anche una creta generosità quando da parte dell’Eni si è evidenziata una certa disponibilità a fare qualcosa di concreto verso il territorio. Ci ha parlato di avvio della bonifica delle aree dismesse, ma anche della preoccupazione perché queste aree non sono ancora attrezzate perché possano ospitare le imprese che hanno la volontà di investire a Gela. Ci ha anche parlato dei rapporti con la politica a Gela e col sindaco Crocetta. Luci ed ombre di questa amministrazione senza mai sconfinare nella critica fine a se stessa e sempre con garbo, perché la politica ha un suo percorso che non è quello del sindacato che quando propone e polemizza con la politica lo fa senza badare al colore. “Crocetta – ci confida – sinceramente non lo invidio e non lo ammiro al cento per cento. Però ha avuto il coraggio di mettere mano a determinate situazioni che a Gela si stavano incancrenendo. Adesso qualcuno potrebbe chiedermi se ha fatto bene. Credo che sia prematuro affermarlo. Pertanto lasciamolo alla storia. Faremo un consuntivo alla fine del suo mandato. Determinati cambiamenti sono avvenuti. Vedremo nel tempo se sono stati cambiamenti positivi o negativi. Una cosa emerge. Non c’è stata quella squadra di cui aveva bisogno lui ma principalmente la città. Gli obietti del suo rinascimento si raggiungono se c’è un lavoro di squadra. In quest’ultimo periodo ho avuto l’impressione che noi abbiamo la squadra dove ognuno stabilisce i ruoli nel giocare. Così si rischia di fare saltare la programmazione provocando disastri enormi nella città”. Ruggeri nei momenti più critici attraversati dalla raffineria e dallo stabilimento in generale, assieme a Cgil e Cisl, è riuscito a fare squadra sicchè la triade sindacale è riuscita attraverso la concertazione ad ottenere obiettivi sicuramente irraggiungibili. Forse il sindacato sui problemi riguardanti le problematiche cittadine non è riuscito ad inserirsi non per colpa sua ma probabilmente per la mancanza di una opportunità. Glielo chiediamo se c’è stata da parte di Crocetta l’avvio di un dialogo e di una compartecipazione alle scelte della città.
“In un certo senso diciamo che c’è stato un rapporto di collaborazione – ci risponde in merito – nel senso che anche noi abbiamo dato un piccolo apporto e suggerimenti, ma dobbiamo tenere presente che il sindacato ha un ruolo ben preciso che è quello di seguire le attività di sviluppo, di interessarsi dello stato occupazionale e di fare anche denunce. In questo periodo per esempio sta andando di moda il termine legalità. A me sembra che questo termine lo si voglia usare come slogan, quando non si hanno elementi su cui costruire una certa progettualità. Non c’è dubbio che a Gela questo problema lo si vive, ma occorre dire che il sindaco non può fare altro su questo versante di suggerire alcuni aspetti di programmazione. Non può assolutamente sostituirsi alle istituzioni, ossia alla magistratura, al consiglio comunale, al sindaco. Forse la verità è che in quest’ultimo periodo c’è stata una flessione dell’attenzione in questa direzione. Dobbiamo recuperare velocemente perché un comprensorio come Gela non si può permettere distrazioni come neppure il sindaco si può permettere. Non dimentichiamoci che prossimamente potrebbe esserci una ulteriore mazzata sull’economia di Gela perché l’economia per buonissima parte, ci piaccia o non ci piaccia, viene dall’industria. Quando si sottovaluta l’industria, come è avvenuto in questi ultimi anni, i risultati negativi sono sugli occhi di tutti. Noi a Gela abbiamo ancora un petrolchimico che ancora oggi tira e grazie al sindacato è riuscito a far tirare fuori lo scorso anno ottocento mila euro di investimenti all’interno della raffineria per renderla sicura e competitiva, appetibile nel mondo Eni. E’ un pezzo importantissimo. Oggi non parla più di nessuno di una crisi delicatissima che sta attraversando lo stabilimento di Gela con la società Polimeri Europa. Dopo l’accordo di Siracusa e Porto Marghera mi auguro che non accada, ma potrebbero comunicarci la chiusura del Craking, dell’Etilene 2. Questo sarà anche la chiusura dei politeni. Il nostro è un petrolchimico integrato che produce a certi costi perché utilizza tutto, anche il fondo del barile”. Ruggeri ci parla anche della vocazione marinara della nostra città, del porto rifugio per il quale esisteva una certa somma non spesa e che col tempo si è resa sempre più insufficiente per riuscire a potenziare questa struttura che potrebbe rivelarsi determinante per uno sviluppo del commercio marino e per un potenziamento del turismo.
“Occorre dare una definitiva soluzione al porto di Gela – afferma in proposito – ricordo che c’è un accordo di Borghini che prevedeva uno stanziamento di svariati miliardi per il porto di Gela che è l’asse portante dell’economia specialmente in una zona marittima come Gela. Eppure il pet cok l’azienda lo deve fare scaricare al porto di Porto Empedocle con tutte le problematiche connesse ai Tir per la circolazione”.
Molto critico anche con la Regione ma anche con la politica locale che ha perso occasioni importanti nonostante gli stimoli del sindacato per realizzare infrastrutture importanti e determinanti per il decollo dell’economia. La sua attenzione è andata anche al settore dell’agricoltura e delle storture che si sono create quando si pensa che i nostri prodotti agricoli vanno al nord per essere trasformati e rivenduti da noi. Per Ruggeri è fondamentale una maggiore attenzione al settore agro-alimentare creando marchi doc dei nostri prodotti. E’ vitale a suo giudizio che si creino delle filiere produzione-trasformazione e commercializzazione. Condizione fondamentale per lo sviluppo dell’economia agricola. Ma accanto a ciò bisogna spingere assieme, sindacato, società civile e politica, perché si creino infrastrutture per ora inesistenti come strade di collegamento celeri (Gela-Catania e Siracusa), aeroporti. Non è necessario che si arrivi a creare l’aeroporto di Gela, per ora si pensi a potenziare quello di Comiso che è vicinissimo a Gela.
Autore : Nello Lombardo
» Altri articoli di Nello Lombardo
|
|
|
In Edicola |
|
Cerca |
Cerca le notizie nel nostro archivio. |
|
|
|
|