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notizia del 12/04/2012 messa in rete alle 11:12:47
Clima rovente intorno al Gac
A tratti persino stizzita, la reazione del sindaco Angelo Fasulo al polverone alzato dai primi promotori della istituzione del Gruppo d'Azione Costiera (Gac) “Unicità del Golfo”, per poi all'atto della sottoscrizione definitiva, decidere di non aderirvi. Fasulo rivendica di “aver dato massima priorità alla ricerca di finanziamenti” che possano garantire percorsi di sviluppo al territorio gelese da quando si è insediato assieme alla sua giunta ed esprime tutto il suo dispiacere nel constatare che “solo a Gela, e nello specifico solo per volontà di qualche associazione, si faccia di tutto per perdere delle opportunità pur di assecondare la solita logica della divisione, anziché cercare di avviare un percorso condiviso”. Il primo cittadino, dunque, rimanda al mittente le accuse e ribadisce l'azione corretta nella fattispecie dell'amministrazione comunale, negando qualsiasi logica spartitoria ed individuando invece, “solo la volontà di creare opportunità di crescita e di sviluppo, nel rispetto della legge e della volontà dei partecipanti, ma anche tenendo conto dei tempi limitati” a disposizione.
Non la pensano così le associazioni Gas Ginestra Bianca, Legambiente Gela, Intesa civica e Associazione Macchitella che hanno acceso la miccia delle polemiche in un documento serrato. Diverse le accuse, alcune delle quali precise ed alquanto circostanziate, mosse dalle associazioni sopra citate nella nota inviata ai media e nella quale si legge: “in occasione del tavolo tecnico ottenuto solo a tre giorni dalla scadenza del bando, non era stato certificato con verbali il percorso partecipativo seguito per la definizione della compagine e delle quote associative dei tre componenti del partenariato; non vi era traccia della composizione del partenariato; non c’era ancora il Piano di Sviluppo Locale (Psl); non era stata concertata e definita la strategia del Psl, fondamentale per la selezione dei progetti e per la definizione del regolamento; la bozza del regolamento redatta dal Rup prevedeva assunzioni, posti da consulente e altre amenità non previste dal bando (insomma, non un Gac ma un “Agenzia”); nessuna regola per la designazione dell’organo direttivo, delle due figure tecniche del Gac e del minimo di struttura necessaria al suo funzionamento”.
Va precisato che il bando regionale pubblicato in Gurs il 16 dicembre 2011, Supplemento n.1, stabilisce che il Gac deve dotarsi di una struttura organizzativa per provvedere agli adempimenti amministrativi e finanziari e cita una struttura tecnica consistente almeno nei ruoli di coordinatore tecnico e responsabile amministrativo-funzionale che devono essere individuati dal partenariato già in sede di presentazione del Psl. Sempre per correttezza d'esposizione va aggiunto che, creando nel caso in questione un organismo ad hoc (il Gac “Unicità del Golfo” non prende le mosse da un preesistente Gal, Gruppo di Azione Locale) determinante diventa il Piano di Sviluppo Locale di cui a dire delle associazioni non c'era ancora traccia a 3 giorni dalla scadenza del bando regionale il quale ultimo, in realtà, annovera il Psl come primo elemento della folta documentazione da allegare alla domanda di ammissione.
Per quanto concerne, poi, il partenariato e la sua compagine sociale, la ratio comunitaria, al riguardo, meglio specificata dal bando regionale è palese: esso deve prevedere, nella compagine sociale e a livello decisionale: una componente pubblica (comuni, province, università, istituti di ricerca, Ccia), una prima componente privata espressione del settore ittico primario (imprese di pesca ed acquacoltura sia in forma singola che collettiva e associata, associazioni di categoria, consorzi di gestione della pesca, organizzazioni di produttori e persino associazioni senza scopo di lucro purché formate da pescatori professionisti) ed una seconda componente privata espressione della filiera ittica e dell'economia locale (trasformazione e commercializzazione prodotti ittici, cantieristica peschereggia, distretti produttivi del settore ittico, associazioni culturali ed ambientaliste interessate alla tutela dell'habitat marino, Gruppi di Azione Locale e settori socio-economici in relazione di contiguità quali imprese finanziarie, commerciali, artigianali, turistiche, alberghiere, di ristorazione, ecc.). Dunque 3 componenti, ciascuna con quote che vanno da un minimo del 20 per cento ad un massimo del 40 per cento.
Il sospetto manifestato dalle associazioni nella nota è che, pur essendo progettualmente in minoranza, con il 20% di capitale sociale detenuto (il restante 80% è ad appannaggio delle 2 componenti private), “i sindaci dei comuni di Gela, Licata, Lampedusa e Butera hanno voluto fare prevalere la solita logica spartitoria, infischiandosene della sorte del progetto e della sua qualità e, in definitiva, della stessa partecipazione alla gara”. Le associazioni, subito dopo, puntano chiaramente l'indice contro il Comune di Gela, in qualità di soggetto capofila del costituendo partenariato del Gac e contro il Responsabile Unico del Procedimento (Rup) designato, definendo il loro comportamento senza mezzi termini “a dir poco scandaloso per arroganza, impreparazione, ignoranza delle procedure e del dispositivo del bando”. L'esortazione a firmare verbali di partecipazione a riunioni in cui le associazioni giurano di non aver mai partecipato, verbali peraltro ritenuti dalle stesse “manifestamente viziati nella formulazione”, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Presa coscienza che c'erano scelte già fatte da alcuni all'insaputa di altri, “è venuto meno il rapporto di fiducia” nel costituendo partenariato e si è scelto di non sottoscrivere nulla, rifiutando l'adesione definitiva all'intero impianto progettuale che, del resto, secondo le associazioni rischia seriamente di non passare al vaglio degli uffici regionali con un danno “che i rappresentanti legali della componente pubblica probabilmente provocheranno – a causa della perdita dei fondi europei – alla piccola marineria, al territorio e ai cittadini del Golfo di Gela già così duramente provati dalla crisi economica”.
Ciò che le associazioni non dicono nel loro comunicato e che, evidentemente, ha rappresentato uno degli aspetti più controversi è la scelta (e relative modalità) dei due «consulenti» dell’intero progetto: l’ingegnere Renato Mauro (nella foto), attuale direttore generale dell'ente comunale, nonché il commercialista agrigentino Giuseppe Butticé. Non a caso, in occasione della mancata firma, sull'argomento si è scatenato un infuocato diverbio con il rappresentante del Comune di Lampedusa, arch. Giuseppe Gabriele, lo stesso che praticamente all'indomani risulterà iscritto nel registro degli indagati per abuso d'ufficio (in ordine a licenze concesse) assieme allo stesso Sindaco di Lampedusa ed altri. Anche su questo punto, le associazioni continuano a non proferire parola. Di certo, si è creato un vespaio su una questione che la stragrande maggioranza dei cittadini ignora e non conosce affatto. Di ciò la responsabilità è imputabile al Comune di Gela ed al Rup designato che non hanno, a differenza di quasi tutte le altre realtà, organizzato incontri con la cittadinanza con tanto di avvisi pubblici.
Autore : Filippo Guzzardi
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