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notizia del 28/08/2007 messa in rete alle 11:05:22
Maugeri in relazione con Turing, padre del computer
I sospetti di tradimento che aleggiano sull’Ammiraglio Maugeri per me sono stati in parte fugati da un recente testo “Il codice Enigma” di H. Sebag-Montefiore (il Saggiatore, 2003), ritenuto da molti appassionati di crittologia come uno dei migliori libri tradotti in italiano. Il testo spiega con molti dettagli i problemi tecnici affrontati a Bletchley Park, la sede dei servizi segreti inglesi, per forzare la crittografia dell’Asse.
L'organizzazione per forzare la crittografia nemica non sarebbe neanche potuta partire senza il tradimento di un funzionario tedesco a favore dei servizi francesi nel 1931 che rivelò i parametri di regolazione iniziali. Viene evidenziato il ruolo importante, negli anni successivi, dei servizi segreti polacchi, nel realizzare la prima "bomba", una macchina per determinare per tentativi l'ordine dei rotori della macchina crittografica originale che aveva criptato il messaggio. Gli attuali esperti di sicurezza informatica ne parlano ancora. Poi la "bomba" fu perfezionata da Turing, un genio britannico (il cosiddetto "padre del computer"), e fu quindi utilizzata per forzare “Enigma” nel corso della II Guerra Mondiale. Molti la considerano addirittura l'antenata del moderno computer. Nel testo ci sono alcuni passaggi un poco avvilenti per noi italiani, come il fatto che i messaggi Enigma della Regia Marina (in particolare quelli decisivi per la battaglia di Matapan), siano stati forzati da un certo Dilly Knox, un tipo che ogni volta che usciva dall'ufficio, sbagliava sempre porta, infilandosi nel ripostiglio delle scope, e da una certa Mavis Lever, una classica brava ragazza che aveva studiato dalle suore. Se pensiamo che "dall'altra parte" c'erano dei personaggi come l’Amm. Maugeri, in teoria tipi come quelli descritti li avrebbe potuti usare come stuzzicadenti.
Passiamo adesso ad un’altra azione del nostro ammiraglio: l'arresto a Roma ed il successivo trasferimento a Ponza e poi a La Maddalena di Mussolini.
Tutti sanno che alla caduta del fascismo, il 25 luglio 1943, Mussolini venne arrestato e trattenuto per tre giorni nella caserma Allievi Carabinieri di Roma. Il 28 luglio Mussolini che ancora non si dava pace per lo sbarco a Gela venne trasferito in auto da Roma a Gaeta. Ironia della sorte, da chi era atteso Mussolini? Dall'Ammiraglio Maugeri di Gela. Mussolini fu imbarcato sulla Corvetta "Persefone" e giunse all'isola di Ponza lo stesso giorno. Nella notte tra il 6 e il 7 agosto il "Prigioniero" venne nuovamente imbarcato sul caccia "Pantera", sempre dal nostro Ammiraglio Maugeri, per trasferirlo da Ponza alla Maddalena.
Ecco quanto Mussolini scrisse al paragrafo 7 e 8 del suo "Il bastone e la carota": "I pensieri di Ponza sono terminati poiché stanotte verso l'una sono stato svegliato con le seguenti parole: "pericolo in vista, dobbiamo partire". mi sono vestito in tutta fretta, ho raccolto i miei oggetti e le mie carte e mi sono recato a bordo di un Incrociatore che mi attendeva. Sono salito a bordo ed ho incontrato l'Amm. Maugeri che mi ha detto che la nuova tappa era l'Isola di La Maddalena in Sardegna. Oggi i miei pensieri vanno a Bruno. E' il secondo anniversario della sua morte. Nelle circostanze attuali sento ancor più profondamente la sua perdita. Caro Bruno! Ho avanti agli occhi la sua immagine mentre scrivo queste parole nella seconda casa dell'esilio, nel secondo anniversario della sua morte!”.
In conclusione, per me che voglio bene al mio conterraneo, mal si concilia il supposto tradimento di Maugeri, con il suo ruolo e la sua intera storia personale e militare. Ma per molti storici o presunti tali, la scelta di Eisenhower e Patton di sbarcare a Gela e il luogo natio di Maugeri, una qualche relazione ce l’hanno. Vai a vedere.
In realtà furono tanti i fattori che a livello militare e civile, operarono in Sicilia a favore del nemico. Oltre al più generale calo di consenso verso il regime e ai singoli episodi come quelli degli ammiragli Pavesi e Leonardi che consegnarono al nemico senza lotta Pantelleria e Augusta, piazzeforti essenziali molto armate e munite, ed anche al di là di possibili "alti traditori" legati alla massoneria che probabilmente operavano anche in Supermarina, credo che siano state più efficaci le azioni di sabotaggio e di collaborazione prestate da molti esponenti dell’aristocrazia siciliana, membri o meno della Massoneria, e le più note attività di Cosa Nostra americana e della Mafia siciliana.
Basta leggere alcuni resoconti stenografati delle sedute parlamentari del dopo guerra per capire quanto su queste vicende, sulla sconfitta, sulle successive limitazioni imposte al nostro esercito, soprattutto alla marina, dal trattato di Lussemburgo, si siano accapigliati gli esponenti della destra, del centro e della sinistra. E per un verso o per un altro il nostro Ammiraglio veniva sempre tirato in ballo.
Nel “caso Maugeri” ci troviamo di fronte all'ennesimo enigma italiano o è una bufala di ex repubblichini che dopo la guerra cercano un capro espiatorio per giustificare la sconfitta e per buttare fango sulla figura di un alto ufficiale ancora in carica? Potremmo parlarne in un convegno a Gela, magari invitando Alfio Caruso, gli studiosi e le alte cariche della nostra marina. Quantomeno forniremo l’occasione per conoscere e comprendere meglio la statura del nostro conterraneo. Tutto ciò in attesa che l'intera storia, almeno dell'ultimo conflitto, venga riscritta e raccontata per intero, senza nascondere aspetti e vicende che ci consentirebbero di conoscere di più quel drammatico periodo.
Per gli storici locali fornisco un recapito: pare che fino al 2006 il capo ufficio stampa del Comando marittimo “Marisicilia”, con sede a Messina, era il Capitano di Fregata Francesco Maugeri. Un omonimo o un parente?
Infine fornisco alcune note, tratte da un sito tedesco, per gli appassionati di genealogie (sicuro incorrerò in errori):
• il principe Don Nicolò Maria Pignatelli Aragona Cortes (nato a Napoli nel 1923), Duca di Terranova (Cap. di Fregata), primogenito di Don Fabrizio Giuseppe, Principe del Sacro Romano Impero, ha sposato nel 1954 a Roma, Luciana Maugeri (nata a Roma nel 1935), figlia di Francesco Maugeri e N. Lenci; in seconde nozze nel 1969 il principe ha sposato Mary Susan Morton (Sant’Antonio, Texas, 1946);
• lo zio di Don Nicolò, il Principe Don Ferdinando Maria, nato a Napoli nel 1899, muore a Gela il 14.4.1951;
• oggi la discendenza di quel ramo della famiglia Pignatelli Aragona Cortes è assicurata dai figli del principe Don Nicolò: (di primo letto, ovvero con la Maugeri) la P.ssa Donna Fabrizia, nata a Roma nel 1956 sposata con Stephen Fiamma di New York; il Pr. Don Diego, nato a Roma il 22.3.1958, sposato con Cristina Prandoni Porta di Milano; (di secondo letto) i Pr. Don Ascanio, nato a Roma nel 1970, e Don Adriano (1972) attualmente vivono in California;
• la sorella del principe Don Nicolò, Pr.ssa Donna Giovanna Alfonsa (Roma, 1933) pare sia morta recentemente nel 2000.
Autore : Giuseppe Clementino
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