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notizia del 28/08/2007 messa in rete alle 10:57:02
Beffati e assetati
Riesplode in questi giorni in città, con sempre maggiore drammaticità, il problema dell’acqua. E non solo in relazione alla pessima qualità del prodotto distribuito in provincia dalla società concessionaria Caltaqua, ma anche per le esose richieste di pagamento di fornitura, fatte recapitare ai cittadini gelesi.
Per fronteggiare la gravissima situazione venutasi a creare sono state avviate da comitati di quartiere e/o singoli cittadini iniziative tendenti ad ottenere, da subito, il ritiro dei bollettini di versamento, con raccolta di firme, poste in calce ed a sostegno della richiesta di revisione del quantum debeatur, stabilito, per singolo nucleo familiare, sulla base di una forfetizzazione operata dalla Società responsabile del servizio.
Il livello di esasperazione è tale da indurre i cittadini a richiedere “lo scioglimento di qualunque rapporto” intercorrente tra Caltaqua ed enti pubblici locali.
A scatenare la contestazione, peraltro civilissima, nei confronti della società di gestione, la perdurante distribuzione di acqua utilizzabile solo ed esclusivamente per usi non domestici, in quanto non potabile e con un tasso di salinità insopportabile e dannoso per la salute dei cittadini utenti, con l’aggravante che, in talune giornate, la stessa fuoriesce dai rubinetti fortemente inquinata, come hanno affermato diverse persone, le quali hanno mostrato ai loro concittadini bottiglie contenenti acqua di colore marrone, verosimilmente resa tale da infiltrazioni di terriccio e/o dalle scorie prodotte dalla stessa condotta idrica, a seguito del passaggio di acqua non adeguatamente dissalata.
Il perdurare di tale gravissima situazione – secondo le voci raccolte durante le operazioni di sottoscrizione della petizione popolare – sarebbe stato facilitato da una serie di assunzioni che le società preposte alla distribuzione idrica in città avrebbero “riservato” ad un ristretto numero di “fortunati” soggetti, che sarebbero stati segnalati da uomini politici ed amministratori locali. Insomma, le sofferenze dei cittadini sarebbero frutto di connivenze ben precise. Altrimenti si sarebbero attivati i rimedi, soprattutto quelli di natura giuridica, di cui agli artt. 1559/1570 del Codice Civile, contenenti norme in materia di fornitura di energia elettrica, acqua e gas.
Autore : Elio Cultraro
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