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notizia del 11/03/2013 messa in rete alle 10:40:48
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La chirurgia estetica è un’arte che esalta anima e corpo
Ama definirsi chirurgo di sculture viventi il prof. Marco Gasparotti, ospite del primo incontro della rassegna Cunta.13, organizzata dall’associazione culturale Daterreinmezzoalmare.
La conferenza, intitolata Luci ed ombre della chirurgia estetica, si è tenuta venerdì scorso nella terrazza del Tropicomed ed ha catturato l’attenzione del folto pubblico presente. Il prof. Gasparotti, che è una vera e propria istituzione internazionale nel campo della chirurgia estetica e ricostruttiva, ha perfezionato le sue tecniche chirurgiche in Brasile, lavorando con il dott. Ivo Pitanguy, l’inventore della chirurgia plastica, da cui ha appreso non solo una chirurgia creativa e di emozione, ma soprattutto «come si affronta una donna e come capire il suo pensiero, che è segreto di una chirurgia estetica intelligente».
Riconosciuto come uno dei 100 chirurghi plastici migliori al mondo dallo Sherrell Aston Institute di New York, ha operato, nei suoi 35 anni di carriera, grandi personaggi del panorama internazionale che si sono rivolti a lui per la grande professionalità e discrezione.
«La chirurgia estetica – ha dichiarato il prof. Gasparotti – va fatta con umiltà, perché è una chirurgia difficile e di dettagli, che non deve inseguire la bellezza ma deve tirare fuori dall’anima il fascino che è nascosto, altrimenti non serve a nulla. È una chirurgia che deve operare persone sane non di fisico, ma di mente, perché essa ha buon senso su persone di buon senso. Non deve diventare una droga o un’ossessione, infatti il 45% dei miei pazienti vengono da me scartati, perché mentalmente non adatti».
La chirurgia plastica, nata come una branca della chirurgia vera e propria, è negli ultimi anni degenerata in una forma esasperata di chirurgia estetica che ha contribuito ad alimentare un processo di disumanizzazione. Corpi e visi plasmati dall’uomo che ha enfatizzato alcune parti, ridimensionandone altre.
«Mi rifiuto – ha detto il prof. Gasparotti – di eseguire interventi arroganti e volgari. Bisognerebbe che gli avvocati massacrassero i chirurghi che speculano sulla povertà mentale delle pazienti. La chirurgia estetica deve essere naturale e non può sconvolgere l’immagine di una persona. Io opero solo le donne che capiscono che la chirurgia estetica è arte, un vestito da indossare, che risalta la seduzione»
Inventore della Liposcultura superficiale tridimensionale, tecnica per rimodellare il corpo eliminando accumuli localizzati di grasso, che assieme alla rinoplastica e alla mastoplastica additiva, risulta essere l’intervento estetico più richiesto, il prof. Gasparotti ha asserito che un terzo delle sue pazienti è avvocato, e di questo il 2-9% è un magistrato, perché lavora in un mondo di competenza maschile, dove non guasta la presenza fisica. Il 90% degli uomini vengono scartati perché non dotati di fascino. La chirurgia estetica è diventata talmente alla moda che ha iniziato a farne ricorso anche chi non ne ha assolutamente bisogno, come donne giovani alle quali la natura ha dato particolare bellezza. E quella che prima era una pratica riservata a pochi “fortunati” dal tenore di vita elevato, oggi è estesa a tutti gli strati sociali, dovuto anche al moltiplicarsi di cliniche che offrono trattamenti di bellezza e di chirurghi che si dicono estetici. Il fenomeno suscita non poche preoccupazioni.
«Il 99% degli interventi che eseguo – ha asserito Gasparotti – è per correggere i disastri altrui. La chirurgia ha un costo che è uguale a qualità, dovuta all’importanza della struttura e al curriculum del chirurgo. La chirurgia non si ferma a ciò che vuole il paziente, ma va interpretata, altrimenti si crea una disarmonia. Non esiste una chirurgia mordi e fuggi, ma bisogna mettere insieme l’armonia di una donna, che spesso consiste nell’effettuare più interventi insieme».
Specializzato in lifting facciali, l’intervento che attenua i segni del tempo restituendo un’immagine più giovane, a cui ha sottoposto anche la nonna ottantenne, Marco Gasparotti ha affermato che un lifting a quest’età ha senso se ciò può far stare meglio, e se si è persone intelligenti, l’importante è farlo in modo naturale e armonico.
A moderare splendidamente la serata è stata la conduttrice e giornalista Rosanna Lambertucci, precorritrice di un messaggio di salute e bellezza e direttrice del mensile Più sani e più belli. La giornalista, che ha avuto spesso ospite nelle sue fortunate trasmissioni il prof. Gasparotti, di cui è grande amica, ha sottolineato la funzione prettamente medica della chirurgia plastica, volta a ripristinare le funzioni perse, migliorare parti del volto deturpate e correggere anomalie congenite, funzione che è stata oscurata dall’avvento della chirurgia estetica, che negli ultimi anni ha portato ad un’omologazione degli esseri viventi: bocche prominenti, palpebre sollevate all’inverosimile, corpi magrissimi sbilanciati da seni enormi e glutei arrotondati. Una chirurgia se ben fatta non si deve quasi vedere e «deve essere elegante, un po’ snob e mai volgare».
Questo è il concetto principale di Marco Gasparotti, che viene chiamato il maestro, per la sua ossessione nei dettagli e la sua attenzione all’armonia di quelle che sono le sue opere uniche: le sue pazienti. Il chirurgo ha anche evidenziato il suo impegno nella lotta contro l’obesità infantile, della cui Fondazione è presidente, un problema che riguarda il 43% dei bambini. Tra il numeroso pubblico che ha seguito con interesse la conferenza, presenti alcuni medici che hanno partecipato attivamente alla fase di postfazione.
Autore : Filippa Antinoro
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