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notizia del 29/10/2011 messa in rete alle 10:30:14
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Riparte dopo tre anni il Progetto Sebiomag
Dopo tre anni di stallo, riparte il progetto Sebiomag (Studio epidemiologico biomonitoraggio area di Gela). Alcuni dei dati emersi da quello studio diretto dal dottor Fabrizio Bianchi (Cnr) destarono molto allarme nella cittadinanza, ma soprattutto nei soggetti che volontariamente si erano sottoposti ad accertamento. La popolazione di riferimento era costituita da soggetti di entrambi i sessi, di età 20-44 anni, residenti nei tre comuni di Gela, Niscemi e Butera al 31 dicembre 2007. Quelle che hanno risposto alla convocazione e hanno dato consenso informato per le analisi del sangue sono state 186: 118 a Gela, 39 a Niscemi, 29 a Butera. Un dossier di 160 pagine dove sono riportati tutti i risultati dell’indagine che ha avuto l’obiettivo di accertare se esiste un nesso di causa ed effetto fra la presenza dello stabilimento industriale e la contaminazione dei cittadini presi a campione. Due anni di lavoro hanno permesso di accertare “un profilo di esposizione diffusa di arsenico, con alcuni valori singoli alti, significativamente superiori a quanto riscontrato in popolazioni non esposte in ambito lavorativo o in circostanze accidentali; un segnale di esposizione al rame i cui valori plasmatici sono riconducibili perlopiù nelle donne”. Quindi in una percentuale di cittadini gelesi c’è arsenico nel sangue. Lo studio che avrebbe dovuto proseguire subito e che invece riprende dopo tre anni, doveva accertare di quale tipo arsenico si trattava: se arsenico organico o inorganico. La differenza non è da poco in quanto, mentre il primo è più o meno tossico ma non cancerogeno, il secondo lo è. Lo studio epidemiologico attuale riguarderà 4 fasce dell'area centro meridionale e sarà ad ampio spettro.
I risultati delle indagini effettuate da Sebiomag sull’area di Gela, Niscemi e Butera furono resi noti giovedì 16 luglio 2009 in una conferenza stampa svoltasi presso l’Istituto salesiano. Un incontro pubblico coordinato e presieduto dal prof. Benedetto Terracini, del Comitato scientifico dell’Oms.
In quella sede il dottor Bianchi ad una nostra domanda specifica così aveva risposto: “Ho bisogno di sapere il ciclo dell’arsenico che può essere assimilato in diverso modo da diverse fonti. Le ipotesi in campo in questo momento sono a maglia larga. C’è bisogno di stringere questa maglia per sapere quanto arsenico organico e inorganico c’è, perché questo rischio potrebbe ricomporsi o modificarsi In questo momento preferisco essere prudente e dico che c’è da capire la situazione. Poi da questo ne conseguono gli interventi che potrebbero riguardare sia le matrici ambientali che alimentari. E’ bene non trarre delle conclusioni definitive”.
Mercoledì 26 ottobre il dottor Bianchi con il suo staff e accompagnato dal rappresentante dell’Oms a Gela dottor Salvatore Migliore ha convocato una conferenza stampa presso l’ufficio del sindaco di Gela per annunciare che il ministero della salute ha approvato e finanziato per 400 mila euro un progetto di approfondimento e di indagine ad ampio spettro riguardanti 4 aree ad economia prevalentemente industriale della fascia centro meridionale dell’Italia (nel Viterbese, Amiata, Taranto, Gela-Niscemi-Butera). Saranno utilizzati indicatori molto avanzati, vista la presenza di alcuni segnali cardiovascolari in soggetti sottoposti a screening. Infatti, auspicando la loro collaborazione, si provvederà a sottoporli, a visita cardiologica. Ciò perché sono emersi dei segnali che indicano la presenza di sintomi cardiovascolari in chi è stato esposto all’arsenico. Nel contempo, gli stessi soggetti saranno sottoposti ad esami di colesterolo, glicemia. Per quel che riguarda Gela lo screening di approfondimento verrà effettuato partendo dalle persone che erano state sottoposte al prelievo di sangue nel precedente studio. Saranno presi in considerazione circa 50 soggetti con valori alterati ossia con presenza di arsenico nel sangue e altri 50 senza alterazioni.
“Gli studi per capire meglio questa problematica – ha detto Bianchi – sono già iniziati circa sei mesi fa. Vedremo di concluderli entro giugno del 2012 utilizzando i fondi del ministero e quelli che il comune di Gela potrà metterci a disposizione”.
Un fatto molto importante sottolineato dal ricercatore Cnr è stato che questi studi saranno messi in correlazione tra di loro per comprendere meglio i meccanismi di assorbimento dei metalli e come intervenire successivamente per prevenzione e cura.
Molte le domande dei giornalisti alle quali sono state fornite risposte ancora vaghe, ma nessuna certezza che l’arsenico rilevato nel sangue di alcuni soggetti potesse provenire dall’inquinamento industriale.
Autore : Nello Lombardo
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